Le richieste di aiuto sono da città sotto assedio. «Siamo stati colpiti». «La facciata del palazzo è andata». L'Associazione antigraffiti raccoglie due-tre segnalazioni al giorno: «I cittadini sono esasperati, chiedono come difendersi». Non c'è rifugio. I numeri del writing vandalico descrivono un fenomeno in crescita. Solo quest'anno l'Atm ha subito 355 attacchi al metrò (sventandone 260) e consegnato a polizia e carabinieri un centinaio di invasori (una denuncia ogni due giorni). Tra il 2012 e questo scorcio di 2013, i vigili hanno identificato 182 graffitari e ne hanno indagati 51. Venti sono minorenni. Quattro hanno meno di 14 anni.
SEGNATO IL 40% DEL TERRITORIO - Insieme, baby-writer e professionisti dello spray, hanno segnato oltre il 40 per cento del territorio: «Sono imbrattati almeno 20 mila palazzi sui 50 mila di Milano», stima Assoedilizia. Per bonificarli tutti servirebbero 50 milioni di euro. Anno 2007, ottobre: il Comune in gara per aggiudicarsi l'Expo pianifica un restyling straordinario del centro. Bisogna impressionare gli ispettori del Bie. Spariscono le tag , le firme dai muri. «Da allora il paesaggio di Milano è sprofondato nel degrado», attacca il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici. Che ha una proposta per il Comune e una per il prefetto: «Stanziare piccoli bonus economici per i condomini che liberano tempestivamente le facciate dalle scritte. Vietare la detenzione di bombolette spray durante i cortei». Il Comune e l'Amsa spendono mille-duemila euro ad ogni cantiere di recupero. A monumenti e arredi pubblici pensa Palazzo Marino: un centinaio di interventi tra il 2012 e la prima metà 2013. L'azienda fornisce invece detergenti e cannoni spara-acqua ai privati che sottoscrivono un abbonamento. Quanti lo fanno? «Nel 2012 sono state eseguite 684 operazioni manutentive e altre 186 su chiamata singola».
IL CASO DI VIA DE AMICIS - La parete al numero 2 di via De Amicis, vicinissima a Porta Ticinese vecchia, è stata pulita nel marzo scorso. La prima tag (Reko) infrange lo spazio bianco meno di 24 ore dopo. Seguiranno le firme di: Cromo, Bumin, Bueno e Ravano. Oggi quel muro racconta meglio di una ricerca scientifica il destino scritto di Milano. Dario Guazzoni, presidente degli amministratori di condominio (Anaci), è sconfortato: «La città è disastrata». Dice Marco Granelli, assessore alla Sicurezza: «Il decoro della città va tutelato perché è un bene comune». La strategia è declinata dal comandante della polizia locale, Tullio Mastrangelo: «Lavoriamo su due livelli. Da una parte il pattugliamento del territorio; dall'altra indagini più strutturate, con l'analisi delle immagini e degli archivi dei graffiti che compaiono sui muri della città: così siamo arrivati anche a contestare l'associazione a delinquere. Questo doppio livello di intervento, con il Comune parte civile nei processi, sta dando ottimi risultati».
VOLONTARI «NO GRAF» - L'Associazione antigraffiti di Milano è l'unico movimento in Italia iscritto al Network internazionale Nograf. C'erano, in origine, tre pattuglie di attivisti. Nel tempo si sono aggregati i comitati di via Saponaro, viale Jenner, Quattro tunnel, via Giambellino. Fabiola Minoletti è segretario del direttivo nazionale: «I volontari stanno aumentando in maniera significativa». Da gennaio ci sono 53 milanesi in più a combattere contro i graffiti selvaggi.
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