Da una parte l’esercito dei writers, invisibile e imprendibile, che lascia il segno in ogni parte della città. Case, negozi, ponti, edifici pubblici, niente è risparmiato dai graffitari che vogliono firmare, magari indelebile, le proprie azioni. Dall’altra parte un fronte di cittadini, armati di pennello e colori che pazientemente ripulisce ovunque c’è traccia di imbrattatura. E’ la situazione a Milano, dove emerge comunque un dato positivo: la sensibilità al decoro urbano è in crescita, molti cittadini non sono più disposti ad accettare come definitivi gli atti di vandalismo. Nel Coordinamento dei comitati cittadini, che raccoglie circa cinquanta associazioni, una decina sono impegnate nella battaglia anti-tag: «Sono attivi in diverse zone della città – spiega la vicepresidente Fabiola Minoletti – spesso le iniziative sono coordinate: ci sono persone che vanno ad aiutare anche in quartieri diversi da quelli in cui vivono. I più esperti istruiscono coloro che stanno iniziando».
LE CRITICITA’ • Difficile fare una mappa dei quartieri bersagliati, non esistono zone franche: «Al contrario di quello che si può immaginare – continua Minoletti – i writer non prediligono le periferie ma preferiscono lasciare il segno nelle zone più movimentate, dove c’è visibilità, perché per loro il graffito ha valore solo se viene visto da più gente possibile». Tenendo presente questa logica, non sorprende che in testa ai desideri dei graffitari ci sono zone come Porta Ticinese, regno della movida e molto trafficato in modo particolare dai più giovani. Altra zona presa di mira è Città Studi-Lambrate: «Qui prevalgono le scritte politiche – precisa Minoletti – ci sono strade come via Bassini o via Porpora prese di mira con insistenza. Un fenomeno a parte sono i cortei che lasciano sempre traccia sui muri: Corso di Porta Romana ne è un esempio».
LA MOBILITAZIONE • Terza area è Stazione Centrale: «Intorno alla Stazione – continua la vicepresidente – ci sono vie molto imbrattate, penso a via Vitruvio e a via Settembrini. Abbiamo notato un certo accanimento anche lungo la linea della 90-91, ovvero viale Umbria e, dall’altra parte, via Lunigiana e viale Jenner». In periferia l’asse Loreto-Padova conosce di continuo l’assalto vandalico mentre, andando verso il centro, non viene risparmiata una zona residenziale come via Regina Giovanna. Quanto serve la mobilitazione dei cittadini? «Noi sviluppiamo un discorso di tipo estetico – conclude Minoletti -, cerchiamo di tenere alta l’attenzione, stimolare nei cittadini un momento di riflessione affinché ognuno abbia cura della propria abitazione, del proprio negozio. Altrimenti è impossibile, sia per le associazioni che per il Comune fare fronte a un fenomeno così massiccio».
Surico (ass. 4 Tunnel): «Cleaning Day? Non è semplice»
Non è facile organizzare un Cleaning Day, occorre un lungo lavoro di preparazione che a volte si rileva più faticoso della stessa opera di pulizia urbana. Tanti sono gli scogli in cui ci si imbatte, come spiega a Mi-Tomorrow, Irma Surico, presidente dell’associazione 4 Tunnel che opera in zona Loreto-Padova: «Quando interveniamo nel privato è più difficile, occorre contattare i condomini i quali devono consultare tutti i membri: finisce che spesso non sono d’accordo. Ci dicono che è un lavoro inutile perché i muri saranno imbrattati di nuovo, a volte oppongono questioni di principio che non vengono mai bene esplicitate. In un caso, di fronte a una scritta scurrile, mi è stato detto che in fondo era divertente. Con gli edifici pubblici è più semplice, basta l’autorizzazione dell’ente competente».
I FONDI • Altro problema sono i fondi. I comitati di cittadini devono autofinanziarsi per comprare le vernici e, quando si tratta di cancellare le tag sulla pietra, noleggiare le idropulitrici: «Qualche volta abbiamo avuto un rimborso da parte dei condomini – dichiara Surico – oppure abbiamo avuto il sostegno del Rotary. Per i Cleaning Day promossi dal Comune c’erano i materiali messi a disposizione dagli sponsor: a parte questi casi la regola è che spetta alle associazioni mettere assieme le risorse. Un’ipotesi per agevolare la nostra attività potrebbe essere la detassazione dei materiali che adoperiamo: sono numerosi, basti pensare alle varie tipologie di colori che serve la pulizia di una sola strada». Nonostante gli ostacoli l’attività non si ferma. Anche perché è forte la disponibilità dei volontari di infilare la tuta, mettere mano al pennello e dedicare una mattinata a rendere più gradevole la propria via o quella di un quartiere vicino: «Riusciamo a organizzare gruppi di 20-30 persone – continua Surico – cittadini comuni con forte senso civico. Al contrario di quanto pensano in tanti è dimostrato che laddove si cancellano i graffiti i writer di solito non si ripresentano: per questo è importante insistere».
LA MAPPA DELLE ZONE PIU’ COLPITE
1) Porta Ticinese
2) Città Studi-Lambrate (vie Bassini e Porpora)
3) Stazione Centrale (vie Vitruvio e Settembrini)
4) Corso di Porta Romana
5) Viale Umbria
6) Viale Jenner
7) Loreto-Padova