L’interesse degli investitori non manca. Tanto che già diversi operatori - dai grandi fondi sovrani, come quello di Singapore Gic (che ieri ha incontrato i vertici di Ferrovie) , ai big del private equity (da Blackstone e Cinven), fino ai grandi nomi dell’immobiliare commerciale (i francesi di Klépierre e i franco-olandesi di Unibal Rodamco) - hanno acceso i riflettori sul dossier. In ballo c’è la cessione delle attività retail di Grandi Stazioni, la società partecipata al 60% da Fs e al 40% da Eurostazioni (veicolo finanziario che mette insieme Pirelli, Caltagirone e Benetton con le ferrovie transalpine di Sncf), che gestisce le quattordici principali stazioni della penisola e che ne ha ridisegnato confini e finalità trasformandole di fatto anche in luoghi di incontro per viaggiatori e cittadini.
Grandi Stazioni si fa in tre
Il progetto tratteggiato da Fs e dai privati è noto: scindere Grandi Stazioni -, affidata nei mesi scorsi alla guida di un manager esperto come Paolo Gallo, ex numero uno di Acea - in tre diverse società (Gs Retail, Gs Rail e Gs Real Estate), alle quali saranno conferiti, rispettivamente, gli asset commerciali - il vero “tesoretto” di Gs e oggetto dell’annunciata vendita -, le attività infrastrutturali e alcuni immobili adiacenti alle stazioni (il cui equity value si aggira sui 20-30 milioni) che saranno via via ceduti. In virtù di questa scissione, che sarà non proporzionale, Fs acquisirà il 100% di Gs Rail, mentre i privati usciranno e, di contro, saliranno un po’ nell’azionariato di Gs Retail con Ferrovie che invece ridimensionerà la sua partecipazione pur rimanendo comunque azionista di maggioranza. La gara internazionale per individuare il futuro acquirente della parte retail, come ha confermato ieri, l’ad di Ferrovie, Michele Mario Elia, «sarà lanciata prima dell’estate per poi chiudere entro la fine dell’anno».
La filosofia della società: trasformare gli scali ferroviari in “piazze urbane”
Ma cosa racchiude la società di Gallo? L’appeal del business sta nella filosofia alla base di Grandi Stazioni: la capacità di trasformare gli scali ferroviari in “nuove piazze urbane”, valorizzando gli spazi interni e incoraggiando il consumo. Non a caso, attorno ai progetti di riqualificazione, si sono raccolti brand di primaria importanza - da Autogrill a Nike, dai colossi spagnoli Zara, marchio della moda low cost, e Desigual, ai big delle tlc (Tim, Wind, Vodafone) - che hanno aperto i loro punti vendita nei diversi scali, da Roma Termini a Palermo. E, non a caso, i numeri sono imponenti: 700 milioni di persone in transito ogni anno (con Roma Termini e Milano centrale che, da sole, “muovono” quasi 300 milioni di viaggiatori l’anno), oltre 500 negozi aperti a oggi (che diverranno più di 900 alla fine dei lavori) e 1,5 milioni di metri quadri di real estate.
Grandi Stazioni prosegue nel suo programma di sviluppo degli spazi ferroviari anche attraverso una privatizzazione.
Ci attendiamo a breve notizie positive per il Rilevato Ferroviario di Sammartini Aporti e continuiamo a seguire da vicino gli sviluppi della situazione.
Vi terremo informati costantemente!
Articolo originale de Il sole 24 Ore nel box a sinistra
Va beh che avete copiato l'articolo del 24 ore, ma fà impressione leggere sul sito delle frasi che parlano così bene di questi grandi manager esperti e tutti quelli schemi finanziari delle 3 società.
Ma ai cittadini interessa poco, anzi sembra di capire che stanno raccogliendo investimenti adesso.
Allora quello che hanno raccontato all incontro in stazione di 2 mesi fà, che stavano facendo un grande investimento sembra un pò aria fritta e in realtà i soldi li stanno ancora cercando, o pure aspettano a fare lavori fin quando hanno trovato i soci.E intanto quì resta tutto uguale.
Ci attendiamo a breve notizie positive per il Rilevato Ferroviario di Sammartini Aporti speriamo che non siano le solite parole al vento . Speriamo bene.
marco